Sant'Arcangelo di Romagna

Sant'Arcangelo di Romagna e Rimini, 10/06/2023

Non c’è due senza tre…infatti al terzo tentativo ce l’abbiamo fatta!!!

Il 10 giugno abbiamo finalmente visitato l’antico borgo medioevale di Sant’Arcangelo di Romagna, città di circa 20.000 abitanti posizionata su di una collina “Colle di Giove”. Scesi dal bus ci ha accolto una leggera pioggerella e… per non gufare abbiamo chiuso tutti gli ombrelli, la pioggia si è ritirata ed abbiamo potuto godere delle meraviglie del borgo. Ci ha accolto il grande Arco Trionfale eretto nel 1777 in onore di Papa Clemente XIV. Sant’Arcangelo ci affascina con le sue bellezze architettoniche fatte di nobili palazzi, case borghigiane, vicoli e piazzette che le hanno conferito il titolo di Città d’Arte, edifici costruiti con piccoli mattoncini tipici di Sant’Arcangelo e tanti, tanti gradini.

Abbiamo percorso le stradine con tante piante di gelsomino profumatissime, passando da Piazza Ganganelli con il monumento a ricordo dei caduti in guerra, la fontana in onore di Tonino Guerra, poeta, scrittore e sceneggiatore,  la cui casa è situata a lato della Piazza, poi il Municipio, la Scuola elementare costruita sui resti di una Chiesa Francescana del XIV secolo demolita dopo la guerra in quanto era impossibile restaurarla, Porta Cervese, Piazza delle Monache, Chiesa Collegiata, Pieve di San Michele.

Salendo si incontra uno spiazzo da cui si può vedere tutta la vallata sottostante e la Rocca del Titano.

Al termine della salita troviamo la famosa Torre del Campanone che suona ogni 15 minuti e nella parte più alta il Castello ricostruito da Sigismondo Pandolfo Malatesta, ora di proprietà della Contessa Colonna.

Poi abbiamo visitato le “Grotte Tufacee” che … grotte non sono, ma sono cantine e non sono di tufo ma “ipogei artificiali”, Sant’Arcangelo nasconde infatti una storia sotterranea e misteriosa dove cavità, pozzi, cunicoli e gallerie costituiscono un’altra città sotto a quella visibile, formata da ben 160 “grotte” impiegate in epoca paleocristiana per celebrare riti legati al Dio Mitra, ed è ragionevole pensare che si utilizzassero principalmente per conservare vino ed alimenti, e durante la guerra quale rifugio per sfuggire ai bombardamenti.

Dopo tanta cultura la meritata “abbuffata di pesce” al Ristorante Frontemare di Miramare dove il disk jockey ha presentato i Maestri del Lavoro ai turisti presenti.

Il meritato riposo con una piacevole passeggiata in spiaggia … e …dulcis in fundo le Frecce Tricolore che hanno così salutato la presenza dei Maestri del Lavoro sulla Costa Adriatica.